5/12/2019
E’ un fatto grave l’infortunio occorso ad un lavoratore della Fiat New Holland di Jesi. Da tempo si registrano incidenti alla New Holland, come la caduta di carroponti o di una trasmissione. In buona parte non ci sono state conseguenze per i lavoratori, ma questo non toglie spessore alla denuncia della pericolosità aumentata sui luoghi di lavoro e sulla sicurezza per i lavoratori sempre più … insicura. Lo sciopero immediato è buona cosa, ma non bisogna aspettare che ci scappi l’infortunio – o peggio il morto – per rivendicare i diritti rubati dal profitto. Da anni purtroppo, causa i processi interni di ristrutturazione aziendale (es. WCM), i ritmi ed i carichi di lavoro, sono aumentati gli incidenti e nonostante il controllo sindacale del processo produttivo, l’impegno dei compagni della FIOM risulta inefficace. La proprietà è riuscita a rompere l’unità sindacale con un contratto separato firmato da FIM e UILM, abboccando alla trappola della multinazionale, utile a consentire ai dirigenti di fare quello che vogliono dei lavoratori, e della loro vita.
Una brutta storia, specie se correlata ad un invecchiamento della popolazione degli operai, visto che da anni non si assumono giovani. In un quadro generale negativo. Secondo le stime INAIL, il 2019 ha visto un aumento degli infortuni mortali sul lavoro. La relazione 2018 del Presidente dell’Istituto, Massimo De Felice, parla, per il primo quadrimestre dell’anno di 303 morti bianche, con una crescita del 5,9% rispetto allo stesso periodo del 2018 (286). Negli ultimi 3 mesi nelle Marche ci sono stati 6 morti e 13 feriti, e sono stati scoperti 35 lavoratori in nero di cui 2 minori e 15 gli sfruttati da caporali. Il tutto in un quadro di deindustrializzazione, delocalizzazione e disinteresse sostanziale della politica e delle istituzioni, locali e nazionali.
Chi va cianciando di sicurezza per acchiappare voti, non parla di quella negata sui posti di lavoro. Chi si fa bello dietro le luci di Natale, e si preoccupa del salotto buono della città e del suo decoro, dimentica puntualmente che quel salotto buono esiste grazie ai tanti schiavi che ogni giorno lavorano negli scantinati di questa società ingiusta e classista. Dal canto nostro solidarizziamo con l’operaio rimasto ferito, esortiamo a dar vita a tutte le iniziative possibili che lo facciano sentire meno solo e che garantiscano una miglior sicurezza sui luoghi di lavoro. Lungo questa prospettiva non mancherà il nostro contributo.
FAI – Federazione Anarchica Italiana
sez. “M. Bakunin” – Jesi;
sez. “F. Ferrer” – Chiaravalle.